PALAZZO ACERBI

PALAZZO ACERBI: intorno all’edificio in Corso di Porta Romana aleggia una leggenda secondo cui sarebbe stata la dimora del Diavolo.

A due passi dal Duomo di Milano, al civico 3 di Corso di Porta Romana, si trova il seicentesco Palazzo Acerbi, che secondo la leggenda fu per un tempo la dimora del Diavolo in persona. Ancora oggi queste voci si ricordano anche per un volto con fisionomia demoniaca posto sopra il portone principale.

Dal 1577 fino ai primi anni del Seicento il palazzo fu abitato dal primo proprietario Pietro Maria Rossi conte di San Secondo. Successivamente fu acquistato dal marchese Ludovico Acerbi che lo fece restaurare in stile barocco lombardo, visibile ancora oggi. Il marchese Acerbi, da cui il palazzo prende il nome, abitò qui proprio durante gli anni in cui la peste colpì Milano causando moltissime morti. Ma non agli abitanti dello stabile che, anzi festeggiavano noncuranti con feste e passeggiate in carrozza.

Da questo partì la diceria che in corso di Porta Romana 3 fosse di casa il Diavolo. Chi passava per Milano la notte vedeva per le strade i malati e il degrado, mentre dalle finestre del palazzo le luci e la musica. Alla fine della peste gli unici rimasti totalmente immuni erano proprio gli abitanti di Palazzo Acerbi. Lo stesso palazzo resistette poi a una bombarda austriaca del 1848 e ne porta ancora i resti: all’esterno infatti è visibile una palla di cannone infissa nella facciata. E così la storia s’intrecciò alla leggenda.

Il Palazzo Acerbi nacque quando Corso di Porta Romana era il centro della vita mondana. Esternamente è una struttura austera e sobria proprio come imponeva lo stile barocco lombardo di quegli anni. Internamente invece il lusso è di casa: cortili porticati, ampi saloni in marmo decorati con alcune delle statue e dei quadri più belli dell’epoca e uno scalone a tre rampe che portava direttamente all’appartamento padronale. Il tutto per sfidare il rivale che possedeva il Palazzo Annoni posto esattamente davanti alla ‘Dimora del Diavolo’. Oggi il palazzo, pur mantenendo la sua bellezza, è adibito – esattamente come Palazzo Annoni – a dimore private e uffici.