referendum regione lombardia
Tutto ciò che c’è da sapere sull’innovativa modalità di voto, introdotta per la prima volta in via sperimentale in occasione del referendum consultivo.

Possono partecipare al referendum consultivo tutti i cittadini italiani residenti in Lombardia con diritto di voto .

Le operazioni di voto avranno inizio alle ore 7 di domenica 22 ottobre 2017 e termineranno alle ore 23 dello stesso giorno.

Per votare occorre recarsi presso il seggio indicato sulla propria tessera elettorale, con un documento d’identità valido. Gli elettori sprovvisti della tessera elettorale possono rivolgersi agli uffici del comune di residenza per conoscere l’ubicazione del proprio seggio.

Per la prima volta in Italia gli elettori esprimeranno la loro scelta con voto elettronico selezionando, sul dispositivo all’interno della cabina elettorale, una delle tre opzioni disponibili SI, NO o SCHEDA BIANCA.

In questo tipo di referendum non è previsto un quorum, cioè un numero minimo di votanti affinché il referendum sia valido.

Per richieste di informazioni sul Referendum i cittadini possono contattare il call center regionale da Lunedì a Sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00 e  Domenica 22 ottobre dalle ore 7.00 alle ore 24.00, ai seguenti numeri:

800.318.318, numero verde gratuito da rete fissa 02 3232 3325, da rete mobile e dall’estero, al costo previsto dal proprio piano tariffario.


Con questo iniziativa si vuole verificare se gli elettori della Lombardia desiderano che la Regione “intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse”, pur restando nel quadro dell’unità nazionale.

Questo il testo integrale del quesito referendario:

“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”

COME FUNZIONA IL VOTO ELETTRONICO

Il 22 ottobre 2017, per la prima volta in Italia, gli elettori esprimeranno la loro scelta con il voto elettronico.

All’interno delle cabine nei seggi elettorali saranno disponibili dei dispositivi elettronici, dotati di schermo touch screen, che consentiranno agli elettori di esprimere con immediatezza la propria preferenza tra le opzioni: Si, No o Scheda bianca.

Il dispositivo garantisce la segretezza del voto e consente agli elettori di visualizzare la scelta selezionata, confermare o eventualmente ripetere l’operazione, per una sola volta.

Disponibile il video che illustra la procedura del voto sul dispositivo, per vederlo clicca QUI


Residuo fiscale: quello lombardo vale 54 miliardi. È in assoluto il più alto d’Italia

La Lombardia è la regione che versa più tasse allo Stato ricevendo, in cambio, meno trasferimenti in termini di spesa pubblica. In questi anni, infatti, il residuo fiscale della Lombardia ha raggiunto la cifra record di 54 miliardi.

La Lombardia costa allo Stato meno soldi di tutti

La Lombardia è la regione che in termini pro capite “costa” meno allo Stato: 2.447 euro contro gli 8.679 della Provincia autonoma di Bolzano, i 7.655 della Valle D’Aosta e i 6.818 della Provincia autonoma di Trento. È quanto emerge dai dati riferiti al 2015 presenti nello studio annuale della Ragioneria Generale dello Stato .  

LE INDICAZIONI DEI PRINCIPALI PARTITI

Come riporta un articolo dettagliato del periodico di Repubblica – L’ Espresso  , quasi tutte le formazioni politiche stanno invitando a votare “Sì”. Subito dopo l’istituzione dei referendum, il segretario leghista Matteo Salvini ha benedetto la consultazione dichiarandosi «orgoglioso di essere il segretario della Lega che fa». «Era ora» ha dichiarato Umberto Bossi «sono la conseguenza di una lunga lotta». Entusiasta anche Giovanni Toti, governatore della Liguria, dove il M5s ha presentato una mozione per un referendum sull’autonomia: «Dal grido di libertà di Lombardia e Veneto dipenderà il grido di libertà della mia regione e dell’Italia intera». «Questo non è un tema che appartiene alla Lega, ma un po’ a tutti» ha affermato il sindaco di Milano Giuseppe Sala:«Consiglierò a tutti di votare positivamente». Anche il presidente di Anci Lombardia Virginio Brivio, esponente del Pd, si è schierato per il “Sì”: «Ho aderito al Comitato dei sindaci per il Sì al referendum perché penso che questa sia una sfida da cogliere per ridisegnare un rapporto tra Roma e Milano e anche tra Milano e i territori lombardi». Il Pd però non ha ancora preso una posizione netta, sembra spaccato su posizioni politiche (astenersi) e di opportunità (votare). Il Movimento 5 Stelle ha appoggiato il referendum e ha dato indicazione agli elettori per il Sì Contraria invece la sinistra. «La Lega sta apparecchiando un vero imbroglio ai danni dei cittadini» ha dichiarato Chiara Cremonesi di Insieme per la Lombardia, il nome del gruppo di Sel in consiglio regionale «questa consultazione non consentirà di trattenere più risorse in Lombardia». Per Giuliano Pisapia il referendum «è un inganno politico, una presa in giro: il voto proposto da Maroni non avrà nessuna incidenza». Contraria anche Giorgia Meloni. «Noi sosteniamo un federalismo patriottico. Lo dico chiaramente: i referendum di Lombardia e Veneto non ci appassionano. La ricchezza del Nord è effimera al di fuori della coesione nazionale» ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia. Ma non tutta la destra ha la stessa posizione. «Giorgia Meloni ha sostenuto un’idea pericolosa e sbagliata: che i referendum per l’autonomia della Lombardia e del Veneto possano essere uno strumento contro l’Unità nazionale» hanno scritto in una nota congiunta Gianni Alemanno e Francesco Storace di Movimento per la sovranità «è vero esattamente il contrario: il vero rischio per l’unità nazionale, e anche per il suo sviluppo economico, è continuare a disconoscere l’enorme residuo fiscale che viene versato da queste due regioni allo Stato centrale».   Il costo comprensivo del referendum dovrebbe aggirarsi intorno ai 40 Milioni di euro .


Per ulteriori approfondimenti e informazioni aggiuntive con aggiornamenti potete consultare il sito di Regione Lombardia, cliccando QUI