ORA LEGALE

ORA LEGALE: come ogni primavera torna l’ora legale, il cambio dell’ora scatterà nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2019.

Alle 2 di notte di domenica 31 marzo le lancette andranno spostate avanti di 60 minuti. Dormiremo un’ora in meno, ma avremo un’ora di luce in più e le giornate saranno più lunghe.

Il cambio dell’ora da solare a legale è stato introdotto per risparmiare energia durante la prima e seconda Guerra mondiale, riducendo il consumo di elettricità. La misura è poi stata adottata definitivamente in Italia nel 1966. La convenzione dell’orario estivo non fa che “imitare” il bioritmo dei nostri antenati, che si svegliavano all’alba senza orologi, seguendo il progressivo anticipo del sorgere del sole in primavera e il ritardo in autunno. Il cambio dell’ora avviene solitamente in orario notturno per arrecare meno disagio possibile ai trasporti che, di notte, effettuano meno tratte.

Non ci sono però solo vantaggi ad avere giornate con più luce. Secondo gli scienziati, il ritorno dell’ora legale può influire sull’organismo delle persone, provocando disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e stress. Alcuni studi scientifici confermano inoltre che il cambio dell’ora influisce sull’umore ancora di più dell’instabilità meteorologica della primavera. In ogni caso, in pochi giorni la situazione sarà sicuramente regolarizzata e si potrà godere appieno degli indubbi vantaggi dell’orario estivo.

Potrebbe essere una delle ultime volte in cui sarà necessario spostare le lancette dell’orologio. La posizione trovata dall’Europa nelle ultime ore (23 favorevoli, 11 contrari) è di lasciare che gli Stati si pronuncino tra due anni. Ogni Paese potrà fare come vuole, senza però tornare indietro.

La commissione Trasporti ha infatti bocciato la proposta che voleva abolire il fuso orario già quest’anno. Insomma, chi nel 2021 deciderà di rimanere all’ora solare o legale, poi non potrà tornare più indietro. La posizione della commissione Trasporti dovrà ora essere approvata dall’Aula, e in quel caso il Parlamento avrà ufficialmente la sua posizione sul dossier, e con questa potrà avviare i negoziati con il Consiglio, dove l’idea di porre fine al doppio regime orario dal 2021 non sembra essere particolarmente osteggiata. L’anno scorso sul tema ci fu una consultazione popolare promossa dalla Commissione europea, nella quale su circa 4,6 milioni partecipanti (3,5 milioni dei quali tedeschi, promotori dell’iniziativa) l’84 per cento si disse favorevole all’abolizione, ma erano quasi tutti, come atteso, cittadini tedeschi e di paesi nordici.